Eurovision 2024: le previsioni della seconda semifinale

Siamo di nuovo collegati per la seconda parte delle nostre previsioni, io intanto mi sto segnando tutto quanto nella speranza che sia tutto pronto per tempo. Come al solito cercherò di analizzare tutte le canzoni inclusi i Big che si esibiscono oggi (Francia, Spagna e Italia) e cercando di capire se possano passare o no.

Sempre con il mio fido Davide in diretta a Malmö per essere quanto più oggettivo possibile

MALTA - Sarah Bonnici - Loop

Antonio: Ammetto che questo brano non mi ha mai detto assolutamente niente, è però ben eseguito con tanto di coreografia con le bende. Magari potrebbe entrare in finale per il rottissimo della cuffia, ma è più no che sì, anche perché Malta non è quasi mai andata forte al televoto se non in determinate circostanze. IN BILICO

Davide: La maltese Sarah Bonnici porta un pezzo pop super coreografato, in linea con quello presentato da Cipro nella prima semifinale (compresi i quattro ballerini che sul finale rimangono a torso nudo) ma con un minimo in più di budget e di pensiero dietro. Sicuramente il desiderio è di replicare il successo di SloMo (3° classificata per la Spagna all’ESC 2022) e questa esibizione potrebbe essere un’ipotetica figlia di quella di Chanel, ma è chiaro che la seconda volta (e a distanza così ravvicinata) non funziona come la prima. IN BILICO

ALBANIA - Besa - Titan

Antonio: Non mi stancherò mai di dire che questo brano è stato reso completamente anonimo con la traduzione in inglese ed il "revamp", poi ci si mette pure un'esibizione tremenda e la frittata è fatta. Non la do per spacciata banalmente perché ha tutti i vicini possibili ed immaginabili. IN BILICO

Davide: Besa si presenta sul palco in abito lungo turchese a sirena e velo che le copre i capelli, è affiancata da ballerini di moderno in un pezzo che parte come ballata con accenti etnici ed esplode negli ultimi 30” con uno switch pop à la Dua Lipa molto fuori luogo. Le immagini di mani giganti e girotondi di persone sul LED distraggono da una performance che avrebbe dovuto secondo me avere un taglio più intimista. Se passa è per i tanti “vicini” dell’Albania (Italia compresa) che voteranno in questa semifinale. IN BILICO

GRECIA - Marina Satti - Zari

Antonio: Mi piace in un certo senso l'effetto del monoscopio attorno a Marina Satti, anche se credo che la resa non sia quella che mi aspettavo (e forse non lo sarebbe mai stata). La voce è ancora traballante, ma può migliorare, intanto la considero senza ombra di dubbio DENTRO, e se fosse stata un po' più in là nel running order forse avrebbe davvero cancellato tutte le girl bops, Austria inclusa.

Davide: La performance della greca Marina Satti e dei suoi ballerini (coreografata da Mecnun Giasar, lo stesso di Angelina) si svolge quasi interamente in un unico piano sequenza, con l’inquadratura che inizialmente vuole ricordare un reel di Instagram (con tanto di animazione a cuoricini) e poi si allarga per includere tutti e cinque i performer che ballano e a un certo punto improvvisano una fazzolettata. Performance “mai vista” e molto greca nelle intenzioni, potrebbe intercettare il supporto di tutto il Mediterraneo e di buona parte dell’est Europa. DENTRO

SVIZZERA - Nemo - The Code

Antonio: Con tutto che con il tempo ho iniziato a provare fastidio per il brano, devo dire che l'esecuzione resta eccellente e che Nemo riesce ad eseguire senza problemi delle acrobazie vocali che altri non riuscirebbero a tenere. Non so se davvero potrà bastare per vincere le giurie, né ho idea di quanto la "tematica" possa interessare effettivamente (ricordiamo che il tema LGBT ha smosso zero in ogni occasione possibile ed immaginabile), ma si profila un ottimo piazzamento per la Svizzera ed una top 5 che mancava da tre anni. DENTRO

Davide: La performance svizzera è una delle più creative e tecnicamente complesse di questa edizione. Nemo interpreta una coreografia in cui sale, scende e interagisce con una piattaforma circolare rotante, compiendo evoluzioni senza mai perdere il controllo vocale. Il timore che la performance fosse limitata alla “bolla” e che non avesse appeal nel mondo reale si è sciolto prova dopo prova, con la Svizzera che resta una dei principali candidati alla vittoria di questa edizione. DENTRO

CECHIA - Aiko - Pedestal

Antonio: Pur sforzandomi e cercando di apprezzare tutto quanto, non credo che passi come deve passare, peggio mi sento se penso che si trova tra due performance vocali eccellenti e il confronto per forza di cose è impietoso. Spero che si possa controllare meglio il traffico di voti per la prossima edizione di ESCZ, e magari rimettere delle giurie non sarebbe malaccio. FUORI

Davide: Va dato atto alla Repubblica Ceca che sono riusciti a rilavorare la performance messa in scena nella finale nazionale di dicembre in qualcosa di non solo dignitoso, ma anche visivamente interessante e diverso dalle altre proposte in gara quest’anno. Aiko si esibisce accompagnata da quattro ballerini in uno scenario “rock” con le immagini di una band che suona ad animare i cubi LED. Al netto di qualche perplessità sulla vocalità dell’artista, ci può stare. IN BILICO

FRANCIA - Slimane - Mon amour

Antonio: Sarò breve e conciso, con il tempo questo trick di allontanarsi dal microfono ed urlare mi ha stancato parecchio, ma sembra che ai casual questa mossa piaccia dunque bravi ai francesi che hanno saputo vendere bene il pacchetto. Lui canta anche molto bene, mi darebbe fastidio vederlo fare in finale molto più dei 176 punti di Marco Mengoni, ma quest'anno non c'è nessuna Loreen quindi che gli vuoi dire.

Davide: Slimane è uno degli artisti più conosciuti e apprezzati della scena musicale francese, e si vede. La sua performance è però forse un po’ troppo pretenziosa, tutta incentrata su un gioco di inquadrature ristrette e un bridge dove il cantante si allontana dal microfono e si lancia in un dispiego di gola che onestamente trovo davvero esagerato e teatrale (nel senso sbagliato). Se la proposta fosse stata più essenziale e meno tronfia avrebbe secondo me potuto allargare il suo campo oltre ai prevedibili consensi che raccoglierà con le giurie.

AUSTRIA - Kaleen - We will rave

Antonio: Diciamo che si è un minimo salvata in corner cantando un minimo dignitosamente, ma nulla che comunque possa salvarla da un buon posizionamento. La finale, almeno quella, la dovrebbe vedere senza problemi. DENTRO

Davide: Fortemente assistita dai cori registrati, Kaleen porta tutto sommato a casa con dignità un’esibizione in cui si scatena assieme a quattro ballerini sotto una piramide rovesciata tempestata di cristalli Swarowski. Sicuramente non è la miglior vocalist della storia, ma si difende bene e l’atmosfera è coinvolgente soprattutto ad arena piena. IN BILICO

DANIMARCA - Saba - Sand

Antonio: Saba gioca con la sabbia e con tanti/troppi campi larghi in tutta la performance, lei non ha cantato neanche benissimo e su quel palco temo che si perda parecchio. Ad una certa si vede quello che dovrebbe essere un suo doppio ma che non aggiunge e non toglie niente. Temo che ancora una volta la Danimarca andrà FUORI

Davide: La canzone di Saba è molto forte in versione studio, sicuramente è un pezzo pop senza grandissime pretese ma che si inserisce a pieno nella cifra che le nazioni scandinave hanno spesso cavalcato con successo all’Eurovision. Il problema sta nel poco carisma e presenza scenica dell’artista, che non riesce a sopperire a queste mancanze con una vocalità degna di nota in un’esibizione ben coreografata ma ripresa con tantissimi campi lunghi. IN BILICO

ARMENIA - Ladaniva - Jako

Antonio: Non so se ero io ad avere aspettative diverse per questo brano, ma l'esibizione non mi ha preso come pensavo, l'unica a muoversi sono Jako (cantando benissimo) e le inquadrature, tutti gli altri sono fermi e immobili. Le interazioni col pubblico forse funzionano meno di quello che pensavo, non so forse per scaramanzia li metto IN BILICO

Davide: Il duo franco-armeno Ladaniva mette in scena un’esibizione calda e coinvolgente, dal forte sapore etnico, con una band ad accompagnarli su un palco acceso e coloratissimo. Ricorda l’atmosfera di Jan Jan di Inga & Anush, brano con cui l’Armenia si classificò decima nel 2009. Catturerà il voto del pubblico interessato all’aspetto “musical-culturale” dell’ESC e farà il pieno nell’est Europa. DENTRO

LETTONIA - Dons - Hollow

Antonio: Sinceramente mi è piaciuto ed anche molto, fatta eccezione per il corpetto da gladiatore blu che non azzecca nulla con un brano del genere. La settima eliminazione di fila temo sia dietro l'angolo. FUORI

Davide: Dons presenta una delle proposte più tradizionali di questa edizione, un anthem in chiave pop che si rifà ad Hozier e Rag’n’Bone Man senza però lasciare particolarmente il segno. Alcune scelte stilistiche (dalla “corazza” blu che indossa l’artista al prop a forma di cerchio che domina il palco) lasciano un po’ perplessi e l’impressione è di un’altra partecipazione al ribasso – e senza una narrazione coerente della propria proposta – per la Lettonia, che cerca di tornare in finale dopo ben 8 anni. FUORI

SPAGNA - Nebulossa - Zorra

Antonio: Non mi piace sparare sulla croce rossa, ma non riesco davvero a salvare nulla di questa performance al di fuori dell'atmosfera allegra che si viene a creare. E tra l'altro Maria si è pure inceppata all'inizio anticipando la canzone.

Davide: I Nebulossa portano in scena il loro messaggio di empowerment femminile assistiti da due ballerini che nella seconda parte del pezzo, come già visto alla finale nazionale, si liberano dei vestiti e rimangono seminudi. Mery non è al top ed è quasi totalmente doppiata dalle coriste registrate, ma in arena rimane un momento molto coinvolgente (e sostenuto soprattutto dai tanti spagnoli in arena).

SAN MARINO - Megara - 11:11

Antonio: Sensazioni contrastanti da questa performance, che ho trovato un po' confusionaria e parecchio sgangherata. Non avrebbero avuto molte chance a prescindere, ma così hanno voluto buttarla troppo sulla caciara e a meno che non ti crei un'iconicità come con la Finlandia o non è mai abbastanza. FUORI

Davide: Partiti in sordina, i Megara sono cresciuti prova dopo prova con la loro esibizione a tema “fucsia rock”, caratterizzata da grande energia e dalle figure dei membri della band in stile fumetto proiettate sui LED del backdrop. A prescindere da come andrà, rimane una delle proposte più forti e coerenti messe sul palco nella storia eurovisiva del Titano. IN BILICO

GEORGIA - Nutsa Buzaladze - Firefighter

Antonio: Nutsa ha tirato fuori TUTTO da questa esibizione, con una grinta ed una tenacia mai vista dalla Georgia. Peccato per degli effetti visuali un po' raffazzonati ed un brano che è stato palesemente scartato da qualche selezione nazionale dei Balcani. L'avesse cantato qualcun altro lo darei per spacciatissimo, ma con uno staging del genere voglio provare a credere alla Georgia più di quanto non abbia creduto nell'Armenia. DENTRO

Davide: Nutsa Buzaladze è assistita da un team di ballerini italiani e mette in scena una performance pop molto aggressiva, caratterizzata da un tripudio di sbuffi di fuoco e fiamme che riprendono il tema della canzone. Sicuramente sa di già visto, ma è un già visto “che funziona” in chiave eurovisiva e può sicuramente convincere il pubblico a casa e qualificare una Georgia che manca la finale ormai dal lontano 2016. DENTRO

BELGIO - Mustii - Before the party's over

Antonio: Lui è colui che temo di più per quanto riguarda l'eliminazione in semifinale. Il brano si prestava ad un'esibizione che non sarebbe stata facile, e purtroppo temo che alcune cose siano state completamente cannate. Per ora lo tengo IN BILICO, ma il rischio "Belgio 2018" è immediatamente dietro l'angolo. 

Davide: La canzone del Belgio, che aveva convinto molto ad inizio stagione, si è prevedibilmente rivelata più adatta alle radio e all’ascolto in streaming che alla partecipazione in un concorso musicale. Mustii ha talento, ma l’esibizione è molto fredda e ridondante (anche per la ripetitività dell’ultimo minuto). Convince solo a metà, potrebbe qualificarsi per il valore del pezzo ma si fermerà lì. IN BILICO 

ESTONIA - 5minuust & Puuluup - Nendest...

Antonio:  Se addirittura avrei pensato fino a diverse settimane fa che potessero passare pur con il loro essere sgangherati, temo altamente che il rischio di uscita sia dietro l'angolo. Paradossalmente darei qualche chance in più a San Marino piuttosto che a lui, poi boh vedete voi. IN BILICO

Davide: La proposta dell’Estonia continua a risultare molto confusionaria sullo schermo, con il rapper Päevakoer che attacca sistematicamente in una tonalità sbagliata e la performance che non trova una sua coesione nel corso dei tre minuti di esibizione. La folla in arena la sostiene ma potrebbe benissimo venire abbandonata dal pubblico europeo stasera. IN BILICO

ITALIA - Angelina Mango - La noia

Antonio: Posto che ho avuto bisogno di un po' di tempo per somatizzare il fatto che ci siamo sfilati dalla cerchia dei vincitori (volontariamente? Involontariamente?), penso che sia una buonissima esibizione e che in ogni caso Angelina ha cantato benissimo in ogni istante senza steccare. Spero che cambi quell'outfit perché non mi fa impazzire e che si cerchi di non girare attorno a lei durante la parte a cappella, ma direi che per un ottimo piazzamento (top 7) siamo perfettamente in corsa.

Davide: La performance di Angelina Mango è incentrata sull’idea di un albero dai lunghi rami proiettati sul LED che rappresentano l’umanità e la fragilità della giovane artista. A differenza di Sanremo, Angelina è accompagnata sul palco da cinque ballerine che la assistono in una coreografia (forse nascondendola un po’). Resta molto forte il bridge a cappella e il climax finale, dove l’arena si accende in un tripudio di scintille e fuochi d’artificio con Angelina e le coriste che concludono attorno al “trono” che domina la scena.

ISRAELE - Eden Golan - Hurricane

Antonio: Mi rifiuto di commentare questa esibizione incluso il piantino che si è fatto, perché tanto comunque passa. Sperando che le giurie (ed il buon senso dei televotanti) facciano il resto in finale. DENTRO

Davide: La discussa presenza di Israele a questo Eurovision (con proteste e manifestazioni pubbliche legate al conflitto in Palestina) ha visto Eden Golan fischiata rumorosamente in arena durante tutte le prove aperte al pubblico. L’artista appare visibilmente scossa dal responso del pubblico in arena, e questo non può che depotenziare una performance che comunque si differenzia dal resto delle canzoni in gara per genere e intenzioni. Passerà comunque il turno e potrebbe catalizzare un grande supporto del televoto in vista della finale di sabato. DENTRO

NORVEGIA - Gate - Ulveham

Antonio: È un'esibizione in cui tutto funziona molto bene, Gunhild ha anche cantato meglio di tante altre volte, finale sicurissima poi si vedrà per il resto. DENTRO

Davide: La band folk rock Gåte riporta la lingua norvegese all’Eurovision a 18 anni di distanza dalla partecipazione di Christine Guldbrandsen con “Alvedansen”, 14° ad Atene 2006. Il brano ricalca una ballata tradizionale norrena del Duecento, anche se il testo ha dovuto essere riscritto in norvegese corrente per ragioni di copyright. Si tratta di un’esibizione molto potente e che si distingue da tutte le altre in gara in questa semifinale, con la possibilità di richiamare la nicchia di pubblico che ama particolarmente il genere. DENTRO

PAESI BASSI - Joost Klein - Europapa

Antonio: Mi risulta difficile commentare banalmente perché non ricordo di aver mai visto una paraculata fatta così male in tanti anni che seguo l'Eurovision. Lui non canta neanche a provarci, la parte finale semplicemente non mi emoziona, non mi colpisce, sembra messa lì a caso per far venire la tremarella alla boccuccia ma niente (e se penso che l'ha pure usata nel recap peggio mi sento). Se le giurie osano anche solo metterlo nella prima metà dopo che hanno segato l'anno scorso Alessandra non rispondo delle mie azioni. DENTRO

Davide: Joost Klein aveva promesso qualcosa di “mai visto” sul palco di questo Eurovision, e se ciò a cui si riferiva era il pennuto tastierista blu che lo accompagna sul palco (assieme a due ballerine) durante l’esibizione di “Europapa” possiamo dire che effettivamente ha colto nel segno. Resta un brano datato sia musicalmente che nelle intenzioni, condito da una performance in cui il rapper passa più tempo ad aizzare la folla in arena che a cantare per poi provare a raccogliere qualche punto simpatia con un’outro “lenta” dedicata ai genitori scomparsi. Passerà perché in arena è un momento sicuramente impattante e coinvolgente, ma non meriterebbe la top10 di cui ancora lo accreditano i bookmaker. DENTRO