Eurovision 2024: le canzoni (parte 3)

DANIMARCA - Saba - Sand - 6.5/10

Non è un brano che mi fa strappare i capelli per originalità, né è un pezzo che ascolterei con piacere, ma in qualche modo su disco funziona. Devono cercare di trovare il modo di farlo funzionare anche dal vivo e di rendere quantomeno l'interprete (vocalmente brava) diversamente una patata lessa e riescono a ritornare finalmente in finale, dove magari potrebbero dire la loro sul fronte giurie in un anno magro di proposte "attira giurie".

ESTONIA - 5miinust and Puuluup - (Nendest) narkootikumidest ei tea me (küll) midagi - 6/10

In genere non ho mai avuto problemi con brani pazzi in culo di questo tipo, ma questo è davvero TROPPO pazzo in culo, è in testa ad una serie di brani di quest'anno in cui si vuole andare da dieci parti diverse senza andare a parare da nessuna di queste. Detto ciò, credo che si qualifichino senza troppi problemi ma non riesco a vederli spiccare più di altri brani di quest'anno sulla stessa linea d'onda ma meno confusionari

Lituania - Silvester Belt - Luktelk - 8/10

Mamma mia che produzione pazzesca, e che brano ipnotico. Francamente non riesco a dire molto di più perché passo tutto il tempo a muovere la testa a ritmo di ogni "Luktelk luktelk". Assurdo pensare che la Lituania abbia portato per vent'anni brani in inglese e poi d'improvviso ci abbia piazzato due brani interamente in lituano ed uno in cui c'era un mantra lituano come Ciuto Tuto. Se riescono a creare una performance leggermente migliore possono benissimo lottare per i piani altissimi della classifica, forse non per una vittoria ma una top 10 sarebbe un traguardo facilissimo da raggiungere e sul quale nessuno avrebbe da obiettare.

Moldavia - Natalia Barbu - In the middle - 5.85/10

È un brano che in alcuni punti rientra nelle mie corde ed in quello che ascolto di solito, ma in altri lo sento davvero come un pezzo ai limiti dell'amatoriale. Il ritornello del brano è la parte che preferisco, ma non riuscirei ad ascoltarlo più volte né ad apprezzarlo come ho apprezzato tanti altri brani della Moldavia. Ed evito di parlare del testo che sembra essere scritto da un ragazzino delle medie.

POLONIA - Luna - The Tower - 7.6/10

Dopo una crociata inutile volta a premiare una cinquantenne vogliosa di fare aerobica con una canzonaccia brutta come la vita, fortunatamente la Polonia ha scelto di schierare la giovanissima Luna con un brano che strizza l'occhio al "baroque pop" di matrice Taylor Swift. Il brano entra in testa in un millisecondo, almeno per quanto mi riguarda, ed è martellante il giusto perché possa piacere ad un'ampia platea che vada al di là della classica diaspora. Dico solo che se questo brano fosse stato presentato da un qualunque Paese nordico sarebbe senza troppi patemi d'animo in top 10 delle scommesse, ma siccome si tratta della Polonia eccoli relegati al 25°.

BELGIO - Mustii - Before the party's over - 8.05/10

Ho avuto bisogno di più di un ascolto per iniziare a comprendere questo brano, e che brano! Molto in linea con l'identità artistica di Mustii, apprezzo questa introspezione nella quale il Belgio ricalca spesso la sua linea come già abbiamo visto nel 2015, 2017, 2018 e 2019 con risultati MOLTO alterni. Sono assolutamente curioso di vedere la messinscena di questo brano perché se efficace abbastanza vi direi che l'anno prossimo ci vediamo tutti quanti a Bruxelles. Complimenti a Mustii ed a tutto il suo team artistico!

San Marino - Megara - 11:11 - 6.9/10

Dico solo che sono contento di non dover stare qui a scrivere di Loredana Bertè che va in Svezia a rompere i coglioni al marito. Detto ciò, apprezzo che per il terzo anno di fila San Marino punti su un brano rock, e per la prima volta su di una band che ha un chiarissimo progetto in mente avendo anche un po' più di "esperienza eurovisiva" rispetto ad altri. Mi dispiace che si stiano prendendo tanto di quella merda ingiustificata solo perché qualche nostalgico pensava che una signora anziana di 74 anni poteva essere la soluzione ideale per un microstato per sopravvivere. Sarà difficile qualificarsi, ma nulla è perduto