Eurovision 2022, Second Chance

È passato quasi un mese dalla conclusione dell’Eurovision 2022, ed ora che sia Andorra che la Slovacchia hanno annunciato che non parteciperanno all’Eurovision 2023 (nonostante siano dieci anni che dicano di voler tornare) possiamo definire abbondantemente iniziata la cosiddetta “stagione di secca”, in cui oltre ad informazioni su come verrà organizzato l’Eurovision 2023 o sulle conferme di partecipazione dei Paesi non ci sarà nulla di più da raccontare. Per questo ho pensato ad alcuni format per intrattenere nell’estate, nella speranza di portarli tutti entro settembre/ottobre, quando sarà finalmente l’inizio di una nuova stagione eurovisiva!

Il primo di questi format l’ho chiamato “Seconda Chance”, e sarà incentrato interamente sulle finali nazionali che hanno imperversato da metà dicembre fino alla prima metà di Marzo per selezionare i rappresentanti giusti (o meno) da mandare a Torino, qualora il vincitore non avesse mai partecipato. In alcuni casi vi dirò che è stato molto difficile scegliere, così ho inserito qua e là delle menzioni speciali ove necessarie.

ALBANIA – Festivali i Kenges

Ronela Hajati - Sekret ~ Alban Ramosaj – Theje 

Abbiamo tutti visto quanto è stata pecionata la performance di Ronela a Torino, unito ad una performance vocale non eccelsa abbiamo salutato l’Albania in semifinale, con mio dispiacere perché i presupposti per far bene c’erano.

Ho sempre trovato Theje un signor pezzo, che sapientemente mischia la tradizione albanese con un moderno etno-pop, unito alla forte presenza scenica di Alban, che è uno dei nomi più importanti nel mainstream albanese. L’esibizione al FiK funzionava molto bene, ma il principale problema era l’intonazione di Alban che fece acqua da tutte le parti alla prima serata.

Tuttavia va dato merito al netto miglioramento della performance vocale già dalla finale del 29 dicembre, quindi a questo punto penso che la strada dalla vittoria fino all’Eurovision di maggio sarebbe stata tutta in discesa o quasi, di certo era più facile migliorare l’esecuzione di Alban che non rendere la performance di Ronela meno volgare, quindi si son voluti scavare la fossa da soli alla fine della fiera.

Menzione speciale: SHEGA - Nje

AUSTRALIA – Australia Decides

Sheldon Riley – Not the same ~ Voyager - Dreamer

La vittoria di Sheldon Riley a Gold Coast era praticamente scontata, vista la passione per il “too much” australiano, ma ciò che mi ha stupito è che non ha vinto né le giurie né il televoto. Il televoto è stato vinto dai Voyager, una band prog-rock che aveva un signor brano e dei membri con grande esperienza, peccato per alcune riprese amatoriali della performance. Sono sicuro che i paragoni con i Maneskin non sarebbero sussistiti più di tanto, e che avrebbero fatto decisamente più dei 2 punti racimolati da Sheldon al televoto. Le giurie invece le ha vinte Jaguar Jonze, con un brano che è cresciuto col tempo e che penso avrebbe avuto modo di splendere a Torino sebbene ci fosse quel “too much” australiano che non sopporto (la gonna che prende fuoco wtf). A lei va la mia menzione speciale.

Menzione speciale: Jaguar Jonze – Little fires

Croazia – Dora

Mia Dimsic – Guilty pleasure ~ Mia Negovetic – Oprosti

Da Mia a Mia, il Dora quest’anno non forniva una grande offerta musicale, infatti credo che anche con “Oprosti” la Croazia non si sarebbe qualificata per la finale e forse avrebbe anche fatto peggio dell’undicesimo posto in semifinale. Però avrei preferito che la Croazia osasse di più piuttosto che affidarsi ad un cast così scialbo, sono ormai lontani gli anni di Severina o forse la Croazia vuole togliersi questa “marchetta”…

Rep. Ceca – ESCZ

We are Domi – Lights off ~ Jordan Haj & Emma Smetana – By now

A posteriori mi viene da pensare che nessuno avrebbe mai fatto meglio dei We are Domi, che sono stati IL crimine della finale insieme alla Francia per quanto mi riguarda. Tuttavia mi sarebbe piaciuto se la Repubblica Ceca avesse provato a continuare a mandare i propri big, come appunto il duo Haj/Smetana, per attirare il grande pubblico di un Paese che è sempre stato poco interessato all’Eurovision.

“By now” è una dolce ballata con elementi funk, i due cantanti si guardano creando una bellissima chimica e la voce sporca di Jordan Haj accompagna l’ascoltatore. Non credo sarebbero stati eliminati in semifinale, ma in finale avrebbero fatto un sonorissimo zero al televoto senza troppi problemi, tanto più che gli organizzatori dell’Eurovision hanno preso piacere a piazzare la Repubblica Ceca nei running order della finale peggiori possibili.

Danimarca – Dansk Melodi Grand Prix

REDDI – The show ~ Fuld effekt – Rave med de harde drenge

Ho già insultato abbastanza la Danimarca per la mediocrità delle proposte degli ultimi 5 DMGP, quindi come sceglievano sceglievano male per quanto mi riguarda. Scelgo tuttavia questa canzone super truzza perché sicuramente si sarebbe fatta notare in una semifinale piena di brani “chill” come un pugno in un occhio e forse un decimo posto in semifinale riuscivano a staccarlo ( e sarebbe stato un altro brano in lingua in finale, il che mi fa sempre piacere)

Estonia – Eesti Laul

Stefan – Hope ~ Minimal Wind ft. Elisabeth – What to make of this

Stefan era il mio vincitore, nonché il vincitore migliore che l’Estonia potesse avere. Però se avessi dovuto scegliere qualcun altro avrei scelto senza dubbio questo duetto blues, avulso da qualunque contesto “eurovisivo” e forse anche poco fruibile, ma è stato uno dei pochissimi brani estoni che mi sono piaciuti. 

Avessero scelto loro, l’Estonia sarebbe rimasta ancora una volta fuori dalla finale, ma io neanche mi aspettavo che i Minimal Wind arrivassero in finale, figuriamoci al secondo posto quindi mi va benissimo così!

Finlandia – UMK

The Rasmus – Jezebel ~ Bess – Rampampam

Sono stato molto combattuto per la scelta di questa “second chance” perché i brani di questo UMK mi piacevano più o meno tutti, e tuttora mi dispiace del piazzamento della Finlandia così in basso. Io avrei scelto tra i Cyan Kicks e Bess, e la scelta è ricaduta su quest’ultima, che ha presentato un brano pop dal sapore scandinavo ed energico.

La performance dell’UMK andava interamente rifatta, perché non aveva alcun senso vedere Bess e i ballerini con quei bomberini indosso, però sono certo che sarebbe stata un’ottima contendente alla finale e forse anche ad un piazzamento discretamente più alto, visto l’ottimo successo che hanno riscontrato anche quest’anno i brani in lingua.

Menzione speciale: Cyan Kicks – Hurricane/Olivera – Thanks God I’m an atheist

Francia – C’est vous qui decidez

Alvan & Ahez – Fulenn ~ SOA – Seule

Anche qui ho fatto della fatica per scegliere i rappresentanti migliori per sostituire il complesso bretone, ma alla fine ho scelto per il duo che era favorito alla vittoria salvo poi crollare a causa di una performance terribile.

Il brano si reggeva in piedi, e forse sarebbe andato molto meglio di “Fulenn” se avessero lavorato sui problemi di intonazione della ragazza del duetto. Il ragazzo invece ha subito mostrato un grande carisma, ed avrebbe sicuramente trainato la performance che già riesco ad immaginare a Torino in un tripudio di luci bianche.

Menzione speciale: Pauline Chagne – La nuit Pauline/Saam – Il est où

Irlanda – Eurosong

Brooke Scullion – That’s rich ~Janet Groban – Ashes of yesterday

Se l’Irlanda non è riuscita a qualificarsi con la super performance di Brooke, dubito che qualunque altro cantante proveniente dal Late Late Show sarebbe riuscito nell’impresa. Però se devo scegliere una canzone ed una cantante scelgo Janet senza dubbio. Bella voce, bella presenza e una canzone gradevole da ascoltare ma che sarebbe stata facilmente dimenticata ed anzi credo fagocitata da altre proposte della seconda metà della seconda semifinale.

Un po’ però avrei voluto assecondare il gusto del pubblico irlandese, che ha premiato al secondo posto un brano talmente brutto e vecchio (una synth wave anni 80 fatta malissimo) che era brutto e vecchio già 40 anni fa quando probabilmente fu scritto.

Islanda – Songvakeppnin

Systur – Med haekkandi sòl ~ Rejkjavikurdaetur – Turn this around

Molto bene com’è andata per le tre sorelle islandesi, che hanno riportato a distanza di tre anni la lingua islandese in finale in maniera totalmente inaspettata. Credo che un risultato leggermente migliore sarebbe potuto arrivare tuttavia con le figlie di Rejkjavik, un complesso di otto pazze squinternate che avrebbero dato per il terzo anno l’idea di un’Islanda “stramba” a cui siamo abituati da tre anni buoni.

Inoltre credo che avrebbero potuto togliere una fetta di televoti alla Svezia, e se la Svezia perde punti al televoto io non posso che essere felice.

Israele – X Factor Israel

Michael Ben David – I.M ~ Inbal Bibi - Marionette

Ammetto di non aver seguito granché X Factor Israel, ho ascoltato giusto i brani giunti in finale e direi che anche qui come sceglievano sceglievano male, ragion per cui hanno voluto puntare su un pezzo sul quale si potesse costruire una performance piuttosto che altre due ballate smorte che non andavano da nessuna parte.

La ballata che però ho preferito è stata quella di Inbal Bibi, c’era un concept abbastanza interessante dietro pur trattandosi di un brano appiccicatole sopra come un poster elettorale di un partito che non arriva al 3% sulla facciata di un edificio.

Italia – Festival di Sanremo

Mahmood & Blanco – Brividi ~ Elisa – O forse sei tu

Mi risulta anche qui difficile immaginare chi sarebbe potuto andare al posto di Mahmood & Blanco, sia perché quest’anno Sanremo ha presentato almeno 8 pezzi (che elencherò) che avrebbero garantito una top 10 ad occhi chiusi all’Italia, sia perché ci sarebbe da capire se il rappresentante “parallelo” avesse vissuto tutto quanto con disinteresse come hanno fatto Mahmood e Blanco o se si fosse anche solo ricordato dell’esistenza dell’Eurovision.

Gli altri sette brani li inserirò tutti nelle menzioni speciali, ma l’unico brano che avrei voluto davvero vedere al posto di Mahmood e Blanco, al netto delle performance di Sanremo, è quello di Elisa. Un brano che aveva e trovo tutt’ora che abbia diversi difetti, come l’eccessiva lunghezza e dunque il rischio di tagli disastrosi per chiudere a 3 minuti insieme ad una mancata immediatezza del brano, che a me al primo ascolto lasciò un po’ a metà, forse anche dovuto alle aspettative altissime che avevo per Elisa. Tuttavia la bravura e l’eccezionale espressività di Elisa, che da venticinque anni cavalca palchi su palchi (qualcosa che il 90% dei partecipanti all’Eurovision può solo sognarsi), avrebbero garantito un periodo pre-eurovisivo meno stressato dalla “possibilità di doppietta” per un risultato che a mio parere sarebbe rimasto pressoché identico ed anzi, forse le giurie avrebbero anche premiato di più!

Menzioni speciali: Sangiovanni – Farfalle, La rappresentante di lista – Ciao Ciao, Dargen D’Amico – Dove si balla, Michele Bravi – Inverno dei fiori, Matteo Romano – Virale, Ditonellapiaga e Rettore – Chimica, Higsnob & Hu – Abbi cura di te, Rkomi - Insuperabile

Lettonia – Supernova

Citi Zeni – Eat your salad ~ Mes jus milam - Rich itch

Trovo che i Citi Zeni siano stati brutalmente eliminati dalla semifinale, a fronte di un’esibizione vivace e colorata ma che è stata fagocitata da Moldavia e Norvegia. A sto punto potevano mandare questa roba qui, che è un casino totale, ci sono così tante cose sbagliate da essere stupendamente orrida. In ordine ci sono: un vecchio che guarda l’Eurovision Dance Contest, una drag queen con delle candele sulle tette e delle unghie lunghissime, un rap ed un beat fastidioso quanto ipnotico, un sacerdote che celebra un matrimonio parlando di una sua esperienza a Milano (parlando in ITALIANO), e il vecchio di prima che dopo essersi sposato la drag queen la lascia per due ragazze più giovani ed avvenenti mentre la drag queen stramazza al suolo. Poesia.

Lituania – Pabandom is naujo

Monika Liu – Sentimentai ~ Queens of roses – Washing machine

Monika è preziosa, e ne avevo tremendamente bisogno all’Eurovision 2022. Ma se dovessi scegliere un’altra canzone sceglierei senza dubbio quest’altro casino, anche qui tutto così meravigliosamente sbagliato: tre sciure che ballano su una base anni ’80 di come il proprio ex fidanzato parli come una lavatrice, con dei guanti da casalinga indosso e il cui ritornello è composto da onomatopee di suoni della lavatrice sopracitata. Poesia parte 2.

Malta – Malta Eurovision Song Contest

Emma Muscat – Out of sight ~ Nicole Azzopardi – Into the fire

Buonasera e benvenuti all’ennesima puntata del “come scegli, scegli male”. Malta è stata in grado di far floppare un’artista potenzialmente fortissima cambiando un brano noioso con uno ancora più noioso, ma la verità è che non c’era chissà quale possibilità di scelta. Scelgo questa “Into the fire” perché è truzza quanto basta, una zozzeria senz’anima che sembra una canzone del 2008 tenuta sotto naftalina per 14 anni (e conoscendo Malta, probabilmente lo è).

Mi sa tanto che Malta è a corto di soldini dopo aver sperperato tutto l’anno scorso pompando le scommesse e subappaltando tutto dagli svedesi.

Macedonia del Nord – Za Evrosong

Andrea – Circles ~ Viktor Apostolovski – Superman

In uno scenario di tensione pressoché inesistente (le due presentatrici avevano il carisma di uno zampirone), Viktor ha perso lo spareggio essendo arrivato solo terzo alle giurie pur vincendo il voto online. Trovo che questa canzonaccia se ben eseguita avrebbe assunto i contorni di una joke entry e probabilmente sarebbe anche arrivata in finale avendo tutti i “nemici” nell’altra semifinale. Mi sarebbe piaciuto di gran lunga vedere la Macedonia in finale con lui che non l’Azerbaigian (oh non ci posso fare niente, quel brano è in assoluto una delle cose più atroci mai ascoltate).

Norvegia – Melodi Grand Prix

Subwoolfer – Give that wolf a banana ~ Elsie Bay – Death of us

I Subwoolfer a Torino ce li meritavamo tutti, e tutt’oggi un po’ mi dispiace che siano arrivati così in basso, sebbene mi avessero un po’ stancato. Tuttavia credo che un altro risultatone sarebbe ugualmente arrivato anche con Elsie Bay e la sua ballata nordica carica di pathos.

Qui però ha sfortunatamente peccato un’esibizione molto fredda, come se la giovane cantante si trovasse in difficoltà a cantare un brano che forse non era adatto a lei, un peccato. Continuerò comunque ad ascoltare “Death of us” molto più di altri brani di quest’anno.

Polonia – Tu bije serce Europy

Ochman – River ~ Daria – Paranoia

Era un aut-aut senza soluzioni di ripiego, e per quanto i polacchi a mio parere hanno scelto benissimo, ma anche Daria con Paranoia avrebbe avuto modo di splendere nonostante delle performance vocali calanti nella quasi totalità delle esibizioni.

Va detto però che Daria è e resta uno dei nomi del pop polacco più in voga al momento, lo stesso Paranoia sebbene fosse stato presentato ufficialmente in gara a Febbraio, era già in alta rotazione radiofonica da ottobre ed era da due mesi e mezzo in testa alle classifiche polacche. 

Tutto questo per dire che anche se il risultato ottenuto sarebbe stato inferiore al dodicesimo posto di Ochman (la immagino attorno al 16° posto) ciò non toglie che anche con Daria la Polonia avrebbe dato segno di credere nei propri artisti. Spero di vedere Daria all’Eurovision un giorno, davvero.

Portogallo – Festival da Cancao

Maro – Saudade, saudade ~ Ines Homem de Melo – Fome de Viagem

Pur ritenendo giustissima la vittoria di Maro, se avessi dovuto scegliere un’altra giusta rappresentante avrei scelto questo brano gradevolissimo, con tracce di World music e di paixão lusitana, che narra in modo quasi giocoso dell’importanza del viaggio per apprendere e crescere personalmente. Poi io ho un debole per le canzoni che mischiano dieci lingue tutte insieme, e questa canzone aveva degli inserti bellissimi in italiano (facendo un tributo a Benigni, e vi lascio immaginare dunque quali siano queste parole magiche)

Romania – Selectia Nationala

WRS – Llamame ~ Cream, Minodora & Diana Bucsa – Romania Mea

Vivaddio che WRS abbia vinto e riportato la Romania in finale, ma se avessi dovuto scegliere io qualcosa di veramente trash avrei scelto questa canzonaccia qui. Loro tre sembrano la sposa, la testimone e la madre della sposa mentre ubriache cantano ad un karaoke di matrimonio, ed avrei AMATO tutto il dramma per la questione sulla politicizzazione del brano (se leggete il testo e sostituite “Romania” con “Italia” sembra quasi di sentire un certo politico di un certo partito in un paesino chiamato Pontida).

San Marino – Una voce per San Marino

Achille Lauro – Stripper ~ Alessia Labate – World falls down

Achille Lauro era la scelta migliore per San Marino, e tutt’ora non nego di dire che è stato un vero peccato per com’è andata l’intera spedizione. Se fosse dipeso da me però avrei preferito fosse stato un emergente a partecipare, e tra questi scelgo decisamente Alessia Labate, che credo avesse il brano dal sapore più internazionale oltre ad essere colei che in generale ha avuto un percorso decisamente interessante dal punto di vista strettamente artistico.

World falls down forse non sarebbe giunta ugualmente in finale (sebbene credo che le giurie l’avrebbero premiata), ma avrebbe dato la possibilità ad Alessia di calcare un palco molto importante e avrebbe avuto molto da imparare. Spero che la prossima edizione di UVPSM possa ugualmente attrarre nomi interessanti, senza dover fare il verso a nessuno.

Menzione speciale: Burak Yeter & Alessandro Coli – More than you

Serbia – Pesma za Evroviziju

Konstrakta – In corpore sano ~ Sara Jo – Muskarcina

Non ci sarebbe mai e poi mai stata una scelta migliore di Konstrakta, che ad oggi trovo il brano decisamente più originale dell’Eurovision 2022 insieme al Regno Unito. Se tuttavia il pueblo e la giuria avessero dovuto scegliere altro (e le possibilità erano TUTTE in favore di ciò) la scelta sarebbe ricaduta su Sara Jo.

Tuttavia sarebbe stata ugualmente una scelta che avrei apprezzato, non si tratta del solito turbo folk da balera, ed avrebbe fatto una strenua concorrenza a Chanel rubandole una buona fetta di punti (con mio sommo piacere). E per puro gusto personale, Sara Jo avrebbe distrutto la concorrenza quanto a sensualità, altro che Ronela e Chanel.

Slovenia – EMA

LPS – Disko ~ LUMA – All in

Tra tutte le scelte possibili che potevano fare in Slovenia hanno fatto la scelta peggiore di tutte, e bisognava impegnarsi eh. Di conseguenza potrei scegliere altri brani da mandare a Torino al posto di questo, ma scelgo la vittoria più rubata di tutte ovvero i LUMA.

Un brano psichedelico, a tratti inquietante e che trasmetteva sensazioni contrastanti, a me personalmente ha inquietato e allo stesso modo intrigato. Con questo brano la Slovenia si sarebbe sicuramente qualificata in finale, e forse con il giusto sostegno delle giurie avrebbe potuto fare la “fine” in senso positivo del Portogallo, ritornando in una top 10 che alla Slovenia manca dal 2001 addirittura!

Spagna – Benidorm Fest

Chanel – Slo Mo ~ Rayden – Calle de la lloreria

Chanel ha saputo dare una boccata d’aria niente male alla Spagna all’Eurovision, seppur a mio parere in maniera assolutamente immeritata ma tant’è. Probabilmente Rayden non avrebbe mai e poi mai raggiunto un posizionamento del genere, però avrebbe avuto lo stesso effetto che ebbe Mahmood in Italia anche a livello di sonorità, ma in maniera abbastanza differenziata da impedire paragoni al ribasso.

Una top 15 sarebbe stata assolutamente abbordabile e sarebbe stato ugualmente un modo per rilanciare la Spagna, e ci saremmo risparmiati orde di fan spagnoli impazziti (le uniche esperienze negative che ho vissuto a Torino hanno sempre avuto a che fare con il fandom spagnolo, coincidenze?)

Menzione speciale: Varry Brava - Raffaella / Tanxugueiras - Terra

Svezia – Melodifestivalen

Cornelia Jakobs – Hold me closer ~ Cazzi Opeia – I can’t get enough

Avete letto bene. Una cantante che si chiama CAZZI Opeia, con una canzone che tradotta in italiano è “Non ne ho mai abbastanza”, ma aspettate c’è di più. Volete sapere il vero nome di Cazzi? MOA ANNA Carlebecker, e se unite i suoi due nomi sapete molto bene cosa esce fuori.

Unisci a tutto questo un brano synth-pop di qualità che prende in giro i brani e le coreografie del Melodifestivalen e che entra in testa senza uscire più ed avrete il brano perfetto che avrei sognato per la Svezia. Ah ed in tutto ciò lei non solo ha spiegato che il suo nickname è fatto apposta, ma ha anche ricevuto quasi il massimo dalla giuria italiana (inserita tra le giurie internazionali che compongono il 50% del risultato svedese). Se la giuria italiana le avesse dato il massimo mi avreste sentito ridere in ogni parte del globo.

Menzione speciale: Klara Hammarstrom – Run to the hills (o come la chiamo io, la canzone delle giostre)

Ucraina – Vidbir

Kalush Orchestra – Stefania ~ Alina Pash – Shadows of forgotten ancestors

Alina Pash è stata la legittima vincitrice del Vidbir, prima che si scoprisse che qualcuno all’interno del suo management ha falsificato i suoi documenti che confermavano una sua presenza in Crimea per un concerto dopo il 2014 (e secondo le regole del concorso, ma anche dell’Ucraina in generale, è proibito rappresentare il proprio Paese all’Eurovision se si torna dalla Russia passando per la Crimea). Tuttavia con tutto il bene che voglio alla Kalush Orchestra ed al brano “Stefania”, trovo che una vittoria di Alina Pash sarebbe stata decisamente più meritata.

Si tratta di un brano che brilla di luce propria, epico al punto giusto e maestoso nella sua complessità. L’Ucraina avrebbe ugualmente vinto, ma avrei preferito una vittoria di Alina Pash piuttosto che una vittoria della Kalush Orchestra.