Sanremo 2025: la cura Amadeus ha funzionato

Ciao a tutti, sì sono ancora vivo e lotto insieme a tutti voi per tirare a fine mese senza avere una sanità mentale completamente compromessa. Sono stati mesi molto lineari questi, in cui c’è stato tantissimo silenzio dai canali ufficiali dell’Eurovision (fatta eccezione per la nomina di Martin Green nel nuovo ruolo di ESC Director introdotto questa estate), ma c’è stato anche un tenue abbassamento dei toni nella community, e questo forse è più che un bene.

Superato Joost Klein che ha scammato tutti (tranne il sottoscritto, e ricordate bene delle grasse risate che mi sarei fatto nel caso avesse deciso di non partecipare), e superato uno JESC disastroso organizzato in Spagna, possiamo parlare del grande argomento di oggi: la rivelazione del cast del Festival di Sanremo 2025, il primo senza Amadeus dopo 6 anni ed il primo che vede ritornare Carlo Conti come direttore artistico dopo 8.

Il lavoro di Conti non è stato esattamente facile, non tanto per i traguardi raggiunti da Amadeus (che ricordiamo che nel 2020 e 2021 gli unici nomi di vero successo di vendite pre-Sanremo furono Irama ed Elettra Lamborghini), quanto per l’ostilità che gli si è parata dinanzi e per cui ho sempre cercato di trovare la giusta mediazione. Anche perché non vorrei dire, ma i “fan” (?) di Amadeus dovrebbero pensare che un suo programma è stato chiuso perché un flop su tutta la linea e solo ora un po’ sta riemergendo grazie a “La Corrida” (programma osceno che mi chiedo ancora la necessità di proporlo nell’A.D. 2024, ma tant’è). 

Non sono mancate inoltre alcune dichiarazioni che hanno fatto salire più di un sopracciglio ai fan sanremesi dell’ultima ora (che probabilmente prima del 2022 Sanremo non se lo filavano minimamente) circa la presenza di canzoni che parlano “di famiglia” e non di temi politici. Posto che è una cosa che significa tutto e niente, non entusiasma in particolar modo neanche me una frase del genere ma nel grande carrozzone sanremese non ricordo onestamente più di 10 brani a CHIARO sfondo politico nel quinquennio di Amadeus, e sapete che c’è? Ve li cito direttamente:

Onda Alta, Casa Mia, Tango (che senza il video a tema Ucraina sarebbe stata una canzone d’amore come mille altre), Splash, Ciao ciao, Lettera di là dal mare, Dove si balla, Mai dire mai, Eden e No grazie. Caspita, sono arrivato a dieci! Ed ora che cosa ne penseranno i vari twitterini che parlano di fascismo a caso su X? Non sono ancora andati a scrivere le stesse cose su Blue Sky?

Fatta questa premessa, il cast è stata una grande sorpresa e che complessivamente lo vedo molto più vicino all’era Amadeus che non a quella dei vecchi Festival di Conti, soprattutto perché tanti nomi “previsti” dai vari listoni e dalla toscanità sono stati completamente ignorati. Ci sono sicuramente alcuni nomi “rassicuranti” com’è giusto che sia, ma anche nomi attualissimi oltre a dei colpacci veri e propri. Se c’è un’unica critica che mi sento di muovere è che i tanti cantanti che sono stati scelti hanno tutti partecipato in uno dei Sanremo di Amadeus, forse avrei preferito vedere qualche nome in più che non partecipava da tanto tempo ma ci sta, visto che Amadeus li ha chiamati veramente tutti tutti. Vediamo e commentiamo insieme il cast:

  • Achille Lauro (u.p 2022)

Legittimo che voglia ritornare su quel palco dopo essere stato completamente ignorato nel 2022 e soprattutto dopo il bruciante schiaffo ricevuto all’Eurovision rappresentando San Marino. Spero con tutto il cuore che non si presenti con l’ennesimo brano volto più a far parlare di sé che non a proporre un nuovo progetto perché dopo tutti questi anni e queste continue provocazioni il pubblico si è dichiaratamente stancato (e speriamo si siano stancati anche quelli che lo volevano all’Eurovision, visto quello che è successo)

  • Gaia (u.p 2021)

Uno dei nomi più prevedibili all’interno di questo cast, se non altro frutto del successo (ancora inspiegabile per me) di “Sesso e samba” nell’estate passata. Non ho molto da dire se non che spero che abbia un brano adeguato, perché altrimenti potremmo davvero non sentire più parlare di lei per tanto tanto altro tempo, che è qualcosa di assurdo se si parla di una cantante che è arrivata seconda ad X Factor e poi ha vinto il talent più nazionalpopolare d’Italia.

  • Coma_Cose (u.p 2023)

Sono davvero molto contento di vederli nuovamente in gara, per la prima volta da coniugi! Le mie speranze sono riposte nella loro riproposizione di un brano che rievochi le atmosfere di Malavita o che vada dritta al punto come i loro vecchi brani più vicini al rap. In ogni caso questo Sanremo aveva necessariamente bisogno di loro molto più di un Sal da Vinci o di un Tiziano Ferro, quindi complimenti a loro!

  • Francesco Gabbani (u.p 2020)

Mi aspettavo di rivederlo in gara, ma forse nel 2026 e non quest’anno. Non lo so, ha avuto un buon successo tardivo grazie alla colonna sonora di “Un professore” (con un brano che tra l’altro a me piace ancora tantissimo), ma non riesco concretamente ad immaginarlo nuovamente arrivare in alto, non con tutta questa carne al fuoco ed una concorrenza quadruplicata rispetto al 2020 in cui arrivò, immeritatamente, secondo.

  • Willie Peyote (u.p 2021)

Nome assolutamente inaspettato, soprattutto perché fu lui stesso a dire che non sapeva se avrebbe rifatto l’esperienza di Sanremo. Lecito che voglia farsi un Festival con il pubblico e tra tutti è quello di cui sono più curioso di ascoltare il brano (insieme a Cristicchi), visto che “mancano brani politici”.

  • Noemi (u.p 2022)

Una veterana del Festival, giunta a quota otto e mai andata oltre il terzo posto (spinta dalla stampa). Non credo ci siano effettive chances di vederla vincere o anche solo sfiorare la top 10, ma mi auguro che il suo brano sia all’altezza degli ultimi due presentati e che possa avere possibilità di reggersi anche senza Sanremo.

  • Rkomi (u.p 2022)

Altro nome inaspettato, più che altro perché dopo un album con Irama (non andato benissimo per i loro standard di vendita) si è eclissato del tutto, assurdo per un nome che veniva dall’album più venduto del 2021 e che contava ben sei dischi di platino con Elodie e “La coda del diavolo”. Sono curioso di vedere come si cimenterà, dopo che il suo primo Sanremo non andò esattamente benissimo e soprattutto ora che ha una forte concorrenza interna nel suo stesso genere (che credo sia qualcosa che ha fatto di proposito Carlo Conti seguendo l’esempio di Amadeus).

  • Modà (u.p 2023)

Francesco Silvestre è stato uno degli autori di punta del periodo Conti, quindi mi sembra una giusta continuità con il passato. Non mi fa impazzire l’idea di vederli ancora una volta a Sanremo, soprattutto dopo un miracoloso undicesimo posto raggiunto nel 2023, ma alla fine se sono in grado di differenziarsi dalla solita noiosa ballad in varie salse che ripropongono dal 2011 ad oggi tanto vale (non sarà così e lo sapete tutti).

  • Rose Villain (u.p 2024)

Un ritorno un po’ prevedibile ed un po’ no, probabilmente più mirato alla promozione del suo concerto al Forum di Assago a settembre 2025 che non ad una concreta competitività. E mi dispiace parecchio perché la musica di Rose Villain mi piace davvero tanto, ma vedo sempre dietro ogni sua mossa delle strategie di marketing costruite, che per carità sono lecite ma fino ad un certo punto, soprattutto visto che parliamo di una cantante che ha un solidissimo background musicale e che è andata fino negli Stati Uniti per inseguire i suoi sogni.

  • Brunori SAS (esordiente)

Sono tanto, ma davvero tanto contento di vedere Dario a Sanremo dopo tutti questi anni in cui avevo smesso di sperarci. L’album “Cip” è tutt’ora una carezza dolcissima che ad ascoltare ti viene solo grande gioia, e spero che possa poter dire la sua senza schiantarsi eccessivamente, facesse un percorso alla Gazzelle, ma a sto punto anche alla Giovanni Truppi che è arrivato molto più in alto di altri blasonati, sarei contentissimo.

  • Irama (u.p 2024)

Quello che dovevo scrivere l’ho già scritto l’anno scorso, davvero c’è ancora bisogno di Irama per la quarta volta in cinque anni? Spero perlomeno che non abbia l’ennesima ballad stracciamaroni e che porti “La genesi del tuo colore” la vendetta. E spero che se non vince davvero non si ripresenti più per il resto del decennio.

  • Clara (u.p 2024)

Un gradito, un po’ inaspettato, ritorno tra i big dopo la grande promozione lo scorso anno con Diamanti grezzi ed il lavorone fatto in quest’anno con diversi singoli molto ben piazzati. Sta lavorando in maniera molto sgamata ed è giusto che provi a spingere sull’acceleratore per essere una di quelle donne che possa arrivare molto in alto. Sarà difficile con un cast del genere, ma le auguro un sincero in bocca al lupo.

  • Massimo Ranieri (u.p 2022)

Massimo Ranieri fa sempre piacere rivederlo, dopo un Sanremo 2022 in cui purtroppo non è stato bene e non ha avuto chances di andare oltre un (dignitosissimo) ottavo posto. Il timore è che dopo la cartuccia sparata nel 2022 con tutta l’aura del “ritorno dopo 25 anni”, temo che dovrà accontentarsi di una delle posizioni di rincalzo, seguendo una traiettoria simile a quella di Iva Zanicchi nel 2022 o di Fiorella Mannoia all’ultimo Sanremo. La speranza chiaramente è di sbagliarmi, e che possa godersi maggiormente questa edizione senza malanni (e senza sentirsi forzato a dire Fantasanremo perché davvero…).

  • Emis Killa (esordiente)

Non so cosa dire di Emis Killa, tranne che andava fortissimo una decina di anni fa tra i miei compagni delle medie. Poi nel tempo è un nome che ho sempre sentito tra i rapper in voga ma che non aveva la stessa forza che poteva avere nel 2012/2013. L’impressione è la stessa di Rkomi, cioè che Carlo Conti abbia volutamente chiamato diverse “quote rap” senza che ce ne possa essere una su cui puntare tutto il montepremi come poteva agilmente essere Geolier lo scorso anno (ed io lo dissi in tempi non sospetti che poteva essere estremamente pericoloso). Per andare a trovare una vera hit bisogna andare indietro al 2018 con “Fuoco e benzina” e “Rollercoaster”, al tempo entrambe doppio platino, cui si aggiunge il doppio platino raggiunto con l’album 17 del 2020, vedremo se questo calo nelle vendite si tradurrà in un calo potenziale di voti.

  • Sarah Toscano (esordiente)

Tra tutte la più prevedibile delle donne nel cast, ma anche la più a rischio. Nonostante la vittoria ad Amici, infatti, Sarah Toscano ha faticato tantissimo quest’anno nell’imporsi in un mercato che aveva già saturato la sua quota di “pop girls” e non aveva altre bambole da inserire, tant’è che il miglior risultato di Sexy Magica è stato 83° posto nelle charts, e nessuna certificazione. Questo Sanremo rischia tantissimo di essere il capolinea di una carriera iniziata male e finita peggio, ma sono pronto ad essere smentito qualora il brano si rivelasse valido.

  • Fedez (u.p 2021)

Evito di commentare perché la sua partecipazione qui è unicamente legata all’hype che porterebbe ed al suo disperato bisogno di essere al centro dell’attenzione. Onestamente spero che, dati i recenti flop musicali e a livello d’immagine, la sua forza al televoto sia decisamente inferiore rispetto alla forza che poteva avere nel 2021, senza una Chiara Ferragni pronta a smuovere milioni di voti per lui. Non mi stupirei se prima della fine del Festival non si faccia squalificare per una situazione alla Bugo e Morgan, per far sì che si parli principalmente di lui. Qualora dovesse essere in top 10 anche quest’anno ci sarebbe davvero da domandarsi se compra i voti o di che cosa si fa la gente che lo vota.

  • Simone Cristicchi (u.p 2019)

Un graditissimo ritorno per un cantautore che ha pubblicato quest’anno un bellissimo album. Non credo abbia grandi ambizioni né grandi chances, ma è un nome che in ogni Sanremo dovrebbe esserci anche solo come “quota”. Anche se un po’ spero ritorni all’irriverenza di “Meno male” perché sarebbe una bella riscoperta di un cantante estremamente talentuoso e spesso sottovalutato.

  • Joan Thiele (esordiente)

Non avete idea di quanto sia contento della sua presenza a Sanremo. Quel palco che era sempre stato molto lontano da lei e dal suo stile musicale ora la vedrà salire per la prima volta. Spero in un pezzo devastante ed elegante al contempo com’è stato per Proiettili con Elodie, ed anche se non dovesse piazzarsi in alto lei sarà in alto nel mio cuoricino e nella mia playlist Spotify.

  • The Kolors (u.p 2024)

Un ritorno di cui avrei tranquillamente fatto a meno, soprattutto perché ok fatturare e quant’altro ma non credo che possano andare avanti ad oltranza a tormentoni od aspiranti tali, quindi spero abbiano qualcosa di solido che li possa dare un concreto sostegno, che se devono affidarsi solo alle radio stavolta veramente non entreranno neanche nei primi 20 (ed al televoto del 2024 sono arrivati 23°). Almeno ci regaleranno un po’ di meme e faranno un po’ di casino per il Fantasanremo, solo che potevano farlo tranquillamente anche a casa.

  • Bresh (esordiente)

Non conosco molto bene Bresh, salvo Guasto d’amore e qualche altra hit qua e là che ogni tanto Spotify mi propone, ma credo che sia l’unico che idealmente potrebbe spostarsi dal filone rap/urban per seguire una traiettoria più classica, analogamente a quanto fece Random nel 2021 ma senza (si spera) arrivare ultimissimo ignorato da tutti. Le qualità canore non sono il suo forte, spero che non curi questa mancanza con un sovradosaggio di autotune perché per quello c’è già Olly.

  • Marcella Bella (u.p 2007)

Il nome che tutti gli affezionati di Belve aspettavano, soprattutto dopo aver ammesso di essere stata esclusa “per motivi politici”. Non so cosa aspettarmi da Marcella, se proporrà un brano alla “Chi siamo davvero” presentato all’ultima edizione di Una voce per San Marino oppure se opterà per una più ritmata Tacchi a spillo. Fatto sta che a livello di ospitate e di promozione non ha sbagliato nulla, e forse il suo obiettivo era proprio di tornare a Sanremo dopo ben 18 anni dall’ultima volta. Del piazzamento penso possa fregarsene, l’importante per lei sarà essere lì.

  • Tony Effe (u.p 2024)

Quello che penso realmente di Tony Effe lo dirò solo in presenza di un mio avvocato, fino ad allora posso tranquillamente dire che era il nome di cui, più di tutti gli altri (incluso Fedez) facevo benissimo a meno. Mi auguro che la sua forza al televoto non sia forte come temo perché sarebbe un vero ritorno a 15 anni fa, quando dominavano i talent e non il talento. Geolier, con tutto che il brano non mi è mai piaciuto, ha portato uno spaccato della sua cultura, quale cultura potrà mai portare Tony Effe a Sanremo? Mistero della fede.

  • Elodie (u.p 2023)

Il suo ritorno era inevitabile, anche sull’onda del successo ottenuto da Angelina Mango, da Annalisa, dalla stessa Rose Villain e da tutta la narrativa che doveva vincere UnaDonna™. Soprattutto era inevitabile visto che dovrà in qualche modo riempire gli stadi che farà nel 2025, spero abbia un brano all’altezza e che la possa rendere digeribile al pubblico che paradossalmente è dove ha sempre faticato (il suo miglior risultato in un televoto “completo” è l’ottavo posto raggiunto nella serata finale del 2017 e del 2020, decisamente al di sotto delle aspettative sul web che puntualmente la vedono come minimo lanciata automaticamente in top 5). Per me la top 5 non la raggiunge neanche stavolta, ma staremo a vedere.

  • Olly (u.p 2023)

Colui che aveva esplicitamente detto che non sarebbe andato a Sanremo, e non aveva mancato di farlo notare in varie interviste ed ora eccolo qui. Certo, deve battere il ferro finché è caldo perché il 2024 è stato inevitabilmente il suo anno, cui si aggiungono le trame tessute da Marta Donà, la manager che tutti vorrebbero avere e che non è mai scesa al di sotto del secondo posto a Sanremo. Io nutro dei dubbi che questo record possa rimanere intatto, ma chissà se dopo una vacanza fatta due volte a Malmö, a Stoccolma, a Torino e a Liverpool non voglia farsi un’altra vacanza a Basilea, se sapete di che cosa sto parlando 😊

  • Francesca Michielin (u.p 2021)

Ecco l’altro cavallo su cui punta la scuderia Donà, anche se molto meno dichiaratamente rispetto alle altre partecipazioni. Un po’ mi dispiace che Francesca si sia persa in questi anni, più impegnata nell’attivismo politico da tastiera che non nella realizzazione di musica nuova ed interessante, e lo dico a malincuore perché Cani Sciolti l’ho trovato un tentativo davvero maldestro e mal riuscito. Spero che con questa partecipazione, dopo anche l’esperienza televisiva ad X Factor, lei possa in qualche modo ripulirsi e soprattutto spero che non si faccia troppo male perché il rischio flop è dietro l’angolo.

  • Lucio Corsi (esordiente)

Non lo conoscevo se non di nome, lo sto ascoltando mentre sto scrivendo questo articolo e devo dire che non è niente male. È una quota legittima di nuovo cantautorato, cui fanno eco anche cantautori come Giorgio Poi, Gazzelle e tanti altri. Mi piace molto il suo stile a cavallo tra metriche indie moderne e tessiture armoniche molto classiche e molto “sanremesi” per certi versi, quindi direi che il suo posto su quel palco è assolutamente legittimato e spero con tutto il cuore che anche altri possano scoprire la sua musica.

  • Shablo ft. Joshua, Guè, Tormento (esordienti e 2001)

Per quanto mi riguarda, con le informazioni che abbiamo, sono il gruppo principale da battere. Non sono mai stato un fan né dei Club Dogo né di Guè solista, ma è innegabile che abbia costruito un vero e proprio impero e che nell’ambiente sia molto rispettato, alla pari di Marracash e Fabri Fibra (inoltre è, a differenza di come lo immaginavo, estremamente stacanovista e dedito al suo lavoro). Non sarei assolutamente stupito di una sua potenza di fuoco al televoto anche solo come approvazione ad uno dei nomi di punta dell’hip hop italiano degli ultimi 25 anni, spero soltanto che ciò avvenga con un brano valido, che possa anche farci fare un’ottima figura all’Eurovision visto che il rap “puro” è praticamente l’ultimo baluardo che manca all’Italia come genere inviato e all’Eurovision come genere imposto allo stesso modo in cui si è imposto in tutto il mondo (ma si sa che all’Eurovision le cose arrivano, quando va bene, con una decina d’anni di ritardo).

  • Serena Brancale (u.p 2015)

La mia personale protetta di questo Sanremo, non me ne frega niente se arriverà straultima, arriverà straultima con i miei voti. Scherzi a parte, sono contento che Carlo Conti abbia voluto darle una possibilità e che capiti giusto in tempo con il decennale dalla sua ultima partecipazione. Non penso proprio che si presenterà a Sanremo con una canzone in stile “U baccalà”, perché era chiaramente un brano ironico e volutamente “sboccato” che per puro caso è diventato semivirale in Italia. Ora spero che sappia offrire al grande pubblico sanremese la vera Serena Brancale, la jazzista barese sconosciuta ai più.

  • Rocco Hunt (u.p 2016)

Un  altro nome che mi fa storcere il naso, se non altro perché è un nome scelto appositamente in seguito al Geolier gate, ma che potrebbe avere il lasciapassare molto più facile dalla stampa in quanto più nazionalpopolare (e difatti era nel Sanremo 2016, il più debole degli ultimi dieci anni per quanto mi riguarda, in cui entrò da Papa e ne uscì con le ossa mezze rotte anche per essere stato un po’ abbandonato dallo stesso televoto). Non so cosa pensare di lui, non credo possa avere lo stesso potere di Geolier (che non credo sia qualcosa raggiungibile da chiunque nei prossimi anni), né credo che presentandosi con una simil hit estiva possa sbancare, ma staremo a vedere. Già che è la “quota napoletana” più debole di tutte quelle proposte (Luché, Geolier, Matteo Paolillo, Sal da Vinci) è un bene.

  • Giorgia (u.p 2023)

Del mazzo da trenta Giorgia è senza dubbio alcuno la più inaspettata da tutti. Non mi sento di credere che possa avere la via facile, soprattutto dopo che neanche due anni fa si era presentata come il nome più difficile da battere e che dopo 22 anni ritornava in gara con i “comuni mortali” (che nel mondo reale certificano dieci volte di quanto certifica Giorgia oggi), salvo poi avere un brano debolissimo che senza il supporto della serata cover sarebbe finito molto più in basso del sesto posto che ha raggiunto, appena poco fuori dalla finalissima. Pare che questa volta abbia in canna un pezzo fortissimo che potrebbe convincere molto di più di Parole dette male, pertanto magari in un anno in cui non ci sono dei veri televote magnet come potevano esserlo Marco Mengoni o Ultimo, che sarebbero arrivati altissimi qualunque cosa avessero portato, potrebbe dire maggiormente la sua e catalizzare su di lei il voto di redenzione per la carriera trentennale di un’artista straordinaria.