Eurovision 2022, intervista a Konstrakta
Mancano meno di 20 giorni all'inizio dell'Eurovision Song Contest, e qualche giorno in meno alla mia partenza per Torino.
Forse non sapete che oltre a scrivere per questo blog scrivo anche per una testata online che si occupa anch'essa di Eurovision, grazie ad essa ho avuto modo di intervistare una delle personalità a mio parere più interessanti di quest'edizione, ovvero Konstrakta.
44 anni proveniente dalla Serbia, Konstrakta si presenta con un brano di denuncia al sistema sanitario serbo, che non riconosce il lavoro del cantante come "vero lavoro", privandolo della possibilità di avere un'assicurazione sanitaria. Una personalità devastante che sicuramente farà il suo bel figurone a Torino. Ecco per voi l'intervista!
Intervista a Konstrakta
Com'è nata "In corpore sano"? Ti aspettavi la vittoria al Pesma Za Evroviziju 22?
La canzone è stata scritta nelle lunghe camminate che ho fatto col mio cane. Abbiamo avuto tanto tempo durante il Covid, paradossalmente l'unico beneficio che abbiamo avuto da questa strana situazione è stata il poter passare del tempo da soli.
Sono rimasta davvero sorpresa della vittoria dal momento che, in primo luogo ero scettica anche solo al fatto che il mio brano potesse anche solo essere scelto per la selezione. Ma evidentemente mi sbagliavo, ed il pubblico ha accolto calorosamente il brano.
Come mai il nome "Konstrakta"? C'è qualche significato particolare?
Ho studiato architettura mentre iniziavo a cantare e scrivere i primi testi. Quindi al tempo pensavo fosse una buona scelta di creare un soprannome così: deriva da "construct". Inoltre i miei amici mi chiamano Konstra, e ho scoperto che in svedese significa "essere strambo"... Interessante.
Nel tuo brano pronunci delle frasi in latino. Sei in qualche modo stata influenzata dai classici della letteratura latina?
Non proprio. La frase che ho usato come punto d'inizio deriva da una frase latina molto nota "mens sana in corpore sano", che immagino molti conoscano. Tuttavia, credo che meno persone sappiano il contesto da cui questa frase è presa, ovvero dalle Satire di Giovenale in cui si afferma che sia necessario pregare al fine di avere una mente sana in un corpo sano.
Questa cosa ha suscitato il mio interesse, ovvero che non tutti è nelle nostre mani specialmente non nelle mani di un individuo disorientato per qualsivoglia motivo. Inoltre volevo concludere la canzone in latino per connettermi col titolo e per creare un po' di pathos (sorride)
Potresti parlarci un po' del progetto TRIPTIH?
Triptih (triptych) è un lavoro composto da tre lavori indipendenti, tre canzoni per l'esattezza. C'è una connessione tra queste canzoni che è riflessa negli arrangiamenti e nel modo in cui le storie sono raccontate - perlopiù attraverso una serie di associazioni all'interno del brano stesso. Parlo della vita, e in particolare della mia vita in determinate circostanze sociali.
Nel video, ogni canzone è dipinta attraverso un'unica scena, e tra le canzoni c'è una simbolica scena di una coppia che mangia rumorosamente (con buona pace di chi soffre di misofonia). In corpore sano è una delle tre canzoni contenute in TRIPTIH.
Sempre rimanendo nel progetto TRIPTIH sono presenti chiarissimi riferimenti alla cultura italiana. Qual è il tuo rapporto con l'Italia e la cultura italiana? È stato questo interesse a spingerti a partecipare a Pesma Za Evroviziju 22 ?
Naturalmente, tramite la mia formazione scolastica elementare prima ed accademica poi studiando architettura, sono venuta a contatto parecchio con la cultura italiana, ed è superfluo parlare di quanto importante questa sia stata nella formazione del pensiero e della cultura occidentale.
Nella canzone Nobl, menziono il mare Adriatico, e da lì il mio treno di pensieri mi ha portato all'Italia e alle prime cose che mi sono venute in mente menzionando l'Italia: il quiz Colpo Grosso era molto popolare e lo guardavo in Jugoslavia quando ero bambina, poi alcune parole molto conosciute in italiano (come stai, tutti frutti) ed infine Paolo Sorrentino.
Il lavoro di Sorrentino ha lasciato molto dentro di me, probabilmente tra i registi più affascinanti degli ultimi anni. Non parlo solo della bellezza e della grandiosità del suo modo di esprimersi, che è assolutamente indiscutibile, ma anche la sua narrazione fortemente identitaria senza pretese, brutta e meravigliosa allo stesso tempo, e per questo profondamente umana e vera.
L'Italia è sempre stata vicina, ma sfortunatamente ho solo visitato diverse volte Venezia quando ho preso parte alle biennali di architettura, ecco perché l'Italia è stato un po' come un regno della fantasia per me. Chiaramente il mio brano non ha niente a che fare con l'Italia, ma sono davvero grata che sia l'Italia ad ospitare l'Eurovision quest'anno, nell'anno in cui sarò io a rappresentare il mio Paese.
Com'è stata accolta la tua canzone e soprattutto la tua vittoria dalla Serbia? Hai ricevuto critiche da figure istituzionali?
La canzone è stata incredibilmente ben ricevuta da tutte le generazioni. Non me l'aspettavo, dal momento che il testo è a suo modo particolare e parla della salute. La mia canzone ha molti strati, incluso quello del problema dell'assicurazione sanitaria. Alcune discussioni ci sono indubbiamente state, ma senza grossi rancori
Hai paura che il tuo brano possa non essere compreso a Torino? Cambierai qualcosa a Torino nell'esibizione rispetto alla finale nazionale?
Chiaramente c'è del timore, soprattutto in merito alla gente che non comprenderà subito il concetto dal momento che canto in serbo. Ma al contempo credo che la performance farà il suo lavoro, e comunicherà abbastanza da attirare l'attenzione degli spettatori. Faremo la stessa performance della finale nazionale, ovviamente adattata un po' al palco di Torino.
Purtroppo in Italia veniamo da un periodaccio per tutti gli operatori dello spettacolo. Vedi questa canzone una specie di campanello d'allarme perché possa in futuro accrescere la consapevolezza della condizione cui sono relegati gli artisti in Serbia (ed anche in Italia, dal momento che è qui che ti esibirai)?
Come ho già detto la mia canzone ha diversi strati, tra tutti c'è la questione del non essere protetti. In Serbia la canzone ha tirato in ballo la questione circa gli artisti e le loro assicurazioni, ma non sono solo gli artisti e gli operatori dello spettacolo a non essere protetti.
In ogni caso, chiunque approfondirà il testo della mia canzone avrà modo di riflettere sull'attuale considerazione sociale della salute nel contesto attuale. O almeno è quello che spero.
Spero di tutto cuore che questa intervista vi sia piaciuta e che abbiate avuto modo di conoscere questo personale lato di Konstrakta. Alla prossima!