Eurovision elitario o figlio del nostro tempo?

L’Eurovision 2023 come ben sappiamo si terrà in Regno Unito, a Liverpool per l’esattezza, e saranno 37 i Paesi partecipanti, tre in meno rispetto all’edizione di Torino conclusasi lo scorso maggio.

Difatti il Montenegro, la Bulgaria e la Macedonia del Nord hanno annunciato il loro ritiro citando motivi finanziari. Gli aumenti delle utenze dell’elettricità e l’incombente inflazione hanno infatti reso difficile per i Paesi sopracitati permettersi di partecipare.

Il project manager di SVT (l’emittente pubblica svedese) dell’Eurovision 2023 ha inoltre confermato quanto già si vociferava anche in BBC, l’emittente inglese che organizzerà l’Eurovision 2023 per conto dell’Ucraina, ovvero che la quota di partecipazione è aumentata per tutti.

Per partecipare all’Eurovision Song Contest infatti, ogni Paese deve versare una tassa, che varia in base alla grandezza dell’emittente, alla sua importanza a livello internazionale e allo status economico del Paese.

Ad esempio è noto che i Big 5 (Italia, Francia, Spagna, Germania e Regno Unito) pagano una quota di partecipazione molto elevata (anche perché sono i Paesi che garantiscono la platea di ascoltatori più ampia possibile), e dunque contribuendo in larga parte all’organizzazione dell’evento insieme all’emittente del Paese ospitante, ragion per cui sono gli unici Paesi finalisti di diritto insieme al Paese ospitante.

Inutile dire che se l’emittente di un Paese non può permettersi di pagare una determinata somma di denaro, o la partecipazione del Paese non suscita interesse nel pubblico spettatore, tali spese vengono incanalate in altro. È ciò che ha fatto la Macedonia, che utilizzerà la quota di partecipazione (che nel 2022 era pari a poco meno di 40 mila euro) per pagare le utenze.

Secondo fonti della BBC, l’aumento della quota di iscrizione è dovuta in modo significativo anche all’esclusione della Russia dall’Eurovision 2022 e dall’Unione Europea di Radiodiffusione. Situazione plausibile, visto che la Russia offre un bacino di spettatori molto ampio e vasto, e quindi le emittenti russe versavano una quota di partecipazione di poco inferiore a quanto versato dai Big 5.

SVT in un’inchiesta ha cercato di mettersi in contatto con i membri EBU per un’intervista per ricevere le quote di tutti i Paesi, ma è stata respinta ogni richiesta di intervista, rilasciando tuttavia a nome di EBU una dichiarazione in cui sostiene il proprio interesse nel mantenere costi quanto più bassi possibili per garantire in tutti i modi la partecipazione del maggior numero di Paesi possibile.

Dunque propongo ancora una volta la domanda provocatoria, l'Eurovision è veramente diventato un evento di pochi e per pochi, anche viste le recenti (sterili) polemiche sui prezzi degli alloggi a Liverpool?

La risposta è presto detta, molti non hanno ben chiaro che con i soldi della quota di partecipazione l'EBU non va a farsi una vacanza alle Maldive. Quei soldi sono necessari per far funzionare tutto quanto sia ai quartieri generali in Svizzera che per sostenere le spese nella realizzazione del palco e di tutte le infrastrutture (dove intervengono anche l'emittente ospitante e la città con un proprio introito), e indovinate in quale pianeta del Sistema Solare le utenze energetiche sono aumentate a dismisura? Esatto, la Terra!

È chiaro che dunque se le utenze aumentano già in un immobile famigliare si può ben capire che l'aumento è decisamente più alto in un'azienda come la RAI o addirittura con l'EBU. Ridurre tutta la questione a "Eurovision è diventato un evento per ricchi" lo trovo poco corretto e a tratti anche poco intelligente.

Dal canto mio non possono che dispiacermi le assenze dei Paesi, di qualunque Paese si parli, perché sono il primo che vorrebbe una grande festa con 44 Paesi partecipanti, ma siamo in tempi in cui bisogna stringere la calzetta e andare avanti in maniera più sobria e parsimoniosa possibile, con la speranza che EBU faccia il possibile per far ritornare non solo i Paesi che si sono ritirati quest'anno ma anche tanti altri Paesi che non tornano da anni all'Eurovision (e invitando Paesi che con l'Eurovision e l'Europa non hanno NIENTE a che spartire, vedasi paragrafo "Stati Uniti d'America").