Intervista alla band One Last Time: "La nostra impresa definitiva"

Ciao a tutti, lettori di Cercomusica e buon 2024!

Con l’inizio dell’anno nuovo tante selezioni sono finalmente partite e quelle a serata unica si avvicinano alla dichiarazione del vincitore. Il Lussemburgo, ritornato in gara all’Eurovision dopo 30 anni dall’ultima partecipazione nel 1993, sceglierà il primo rappresentante del terzo millennio questo sabato.

A determinare il vincitore sarà l’unione tra il 50% del voto online (a cui possono partecipare tutti) ed il 50% della giuria internazionale. Tra gli otto partecipanti c’è un’insolita band, interamente composta da giovani nati e cresciuti in Lussemburgo ma tutti accomunati dall’avere delle radici in Italia: sto parlando della band One Last Time, che con il brano “Devil in the detail” presentano la loro anima rock sul palco lussemburghese e in caso di vittoria anche sul palco svedese di Malmö.

Ho avuto l’onore e l’onere di raccontare la loro storia e di scrivere tutto in queste righe, tutto ciò che leggerete saranno le parole di Andrea, Jonathan, Lalo, Tom e Barbara

Come mai avete deciso di chiamarvi “L’ultima volta?”

Abbiamo fatto tanti progetti insieme, io ed Andrea ci conosciamo da vent’anni così come con Lalo, ed insieme abbiamo creato tanta musica. Questo si prefigge di essere l’ultimo grande progetto in cui metteremo tutto il nostro cuore, ed è per questo che abbiamo deciso di chiamarci “One last time”.

Siete tutti figli di immigrati italiani in Lussemburgo, sono state le vostre radici a voler creare un progetto del genere o è tutta una grande coincidenza?

Come già detto, ci conosciamo da davvero tanti anni, e tutti i progetti paralleli che abbiamo condiviso sono confluiti in “One last time”, che siamo italiani è una curiosa coincidenza, ma pur sempre una coincidenza.

C’è qualcosa che volete dirvi del vostro brano “Devil in the detail”?

Prima di tutto teniamo a precisare che la canzone non ha niente a che vedere con il diavolo in senso strettamente biblico, né religioso. È un brano che mostra come le persone non vogliano necessariamente il nostro bene, e dunque di fare attenzione a queste doppie facce e questi “dettagli”.

E quali sono i vostri “dettagli”?

Jonathan è il papà del gruppo, è quello più organizzato e che in qualche modo è la nostra guida. Lalo è il più casinista, quello che spacca tutto e fuori di testa, Tommy è il più pacato nonché colui che si occupa dell’amministrazione, Barbara è la più classica essendo pianista e professoressa di francese ed infine c’è Andrea, il nostro carismatico e istrionico leader che dà una carica pazzesca.

Volete raccontarci qual è stato il processo della selezione e come si è arrivati a “Devil in the detail”?

Noi abbiamo sentito parlare del ritorno del Lussemburgo all’Eurovision e questa cosa ci ha gasato tantissimo, ma prima di prendervi parte abbiamo discusso parecchio, perché per andare all’Eurovision bisogna farsi trovare pronti. Così abbiamo scritto una canzone e l’abbiamo inviata, tuttavia ad un certo punto la produzione ci ha inviato “Devil in the detail” e ce ne siamo innamorati, perché incarna esattamente ciò che siamo. 

Dopo siamo andati alle audizioni con la nuova canzone ed il resto è storia. È stata sostanzialmente una fortuita coincidenza, non avremmo accettato se la canzone non fosse stata adatta a noi, è una questione di professionalità. 

E per quanto riguarda la canzone che avevate originariamente inviato, sarà rilasciata?

Può darsi, non possiamo dire molto ancora perché entro quest’anno dovrebbe essere pubblicato il nostro album, stiamo impegnando tutte le nostre energie in ciò.

Voi suonate insieme dal 2021- In un mondo così repleto di musica elettronica, percepita come “prodotta in serie” e le nuove polemiche sulle canzoni scritte con l’AI, come si incastona il progetto One Last Time? C’è stato qualcosa che ha fatto scaturire in voi il voler dimostrare la vostra autenticità?

Ci sono parecchie cose lontane dal nostro genere nel mercato discografico attuale, ma quello che ci piace è essere fedeli a noi stessi ed al nostro rock (noi come tante altre rockband lussemburghesi), è importante far vedere ciò che siamo noi dentro e crediamo che sia questo ciò che piace di più a chi ci ascolta: festeggiare insieme e fare un po’ di sano rock!

Come percepite le vostre radici italiane? Hanno influenzato la vostra cultura e bagaglio musicale?

I genitori di quasi tutti sono nati in Italia e poi si sono spostati in Lussemburgo cercando una vita migliore. Andrea ad appena 6 anni ha iniziato ad esibirsi in italiano cantando le canzoni di Eros Ramazzotti, non capiva le parole ma sentiva in qualche modo di appartenere a quel mondo musicale lì, a quella melodia rassicurante che ha segnato il nation branding dell’Italia per tutti gli anni ’80 e ’90. 

Tutti noi ogni volta che parliamo dell’Italia pensiamo subito alla musica, Jonathan ogni volta che torna dalla sua famiglia a Santa Maria di Leuca (LE) percepisce un’aria diversa, così come gli altri membri (Andrea e Tom sono originari di Gubbio, Lalo è originario di Assisi e Barbara di Ancona). Riteniamo che i nostri nonni abbiano contribuito a plasmare la nostra identità, addirittura il padre di Lalo è stato un membro dei Ragazzi del Sole (gruppo beat italiano degli anni ’60).

Il Lussemburgo si rimette in gioco all’Eurovision dopo oltre 30 anni, qual è stato il sentimento comune al ritorno?

Andrea è nato nell’ultimo anno in cui il Lussemburgo ha partecipato, ed ha persino collaborato con i Modern Times (ultimi rappresentanti lussemburghesi). La verità è che non ci sono eventi così grandi in Lussemburgo, abbiamo guardato da piccoli questo evento per anni e ci siamo sempre chiesti il perché di questa lunga assenza. 

In ogni caso, la stragrande maggioranza dei lussemburghesi è orgogliosa di far parte di questa grande festa, i nostri genitori erano appassionati di Eurovision (e di Sanremo, ovviamente). I Maneskin hanno indubbiamente risvegliato un grande interesse, trattandosi di una band fuoriuscita dall’Eurovision che ha avuto un successo incredibile.

Avete seguito Sanremo in questi anni? C’è qualche canzone che vi è piaciuta in particolare di questi ultimi anni?

Andrea è un grande appassionato di Nek e dei suoi brani nel 2015 e nel 2019, e tutti noi siamo ovviamente grandi fan dei Maneskin. Conosciamo però meglio la musica italiana di qualche anno fa, da Laura Pausini ad Eros Ramazzotti.

Avete qualcosa da dire per i lettori prima della finale?

Ci auguriamo che possiate guardarci e votarci, non vediamo l’ora di sorprendervi e di stupirvi su quel palco, e sarete orgogliosi di avere un piccolo pezzo d’Italia in più all’Eurovision, com’è stato l’anno scorso per Alessandra Mele e per i Piqued Jacks!

Ringrazio di cuore questi cinque ragazzi ed auguro loro tutto il bene del mondo oltre che di raggiungere tutti i loro obiettivi con la loro musica.