Sperimentiamo con la Musicoterapia scopri te stess* e gli altri

Secondo la Cabala ebraica, Dio creò il mondo salmodiando, riempiendo ogni spazio.

Decise che ciò che aveva creato era troppo,aveva invaso ogni spazio, e fece un passo indietro. Ciò accadde altre 7 volte. Fu così che intervenne per sottrazione, lasciando alla creazione lo spazio per potersi muovere.

I disabili mentali sono troppo “pieni”, e ciò li discosta dalla realtà. Il suono e la voce vanno ad articolare un troppo pieno che si viene a creare nelle condizioni di patologia, la mancanza può riattivare il soggetto malato. La musica è un linguaggio, è un sistema codificato che non ha significato. Il significato che noi le attribuiamo sono le emozioni. La musica può costituire un oggetto transizionale tra la madre e l' esterno, simbolicamente un oggetto affettivo. Il primo elemento da prendere in considerazione è la pulsazione. Essa corrisponde a un ritmo interno della persona, ossia ai movimenti del corpo. Nel paziente autistico i ritmi del corpo sono scoordinati.Come esempio mentre si cammina si battono le mani e si emettono suoni con la voce. Il soggetto autistico si muove nello spazio in maniera non coordinata, il terapeuta deve riorganizzare il movimento. Il bambino piange la madre risponde dando un senso al grido. La musicoterapia cerca di riattivare il processo di relazione tra madre e bambino. La musicoterapia si differenzia in rapporto al paziente, adattandosi alle caratteristiche. Secondo caso. L'improvvisazione viene impostata inserendo una frase musicale compiuta che all' improvviso viene interrotta da una dissonanza, ciò provoca una riflessione. Gli elementi traumatici convivono con un linguaggio musicale strutturato. La voce è una massa sonora, che si modula a seconda del momento, e rappresenta il legame con l'altro. Cosa succede con il primo grido ? Il primo è diretto a qualcuno che lo accoglie. La voce della madre è il primo nutrimento.

La voce non è soltanto un suono ma è il legame con l'altro. Il primo grido è diretto a qualcuno che deve accoglierlo. Cercare: (Federico II)esperimento con i neonati. In utero il bambino riceve i suoni, sente le voci della lingua che ascolta e si colloca in un gruppo culturale.Le voci vengono registrate dal neonato insieme alle tonalità affettive dei 2 timbri dei genitori. Il bambino canta prima di parlare (lallazione), giocando con la madre. Fa improvvisazione, avviene il passaggio dal seno materno il cui latte riempie la bocca al suono che riempie, e si ha il distacco dalla madre. Esperimento con i fumatori: quando si ha la sigaretta in bocca si ha la sensazione di benessere, cioè di succhiare il latte dal seno della madre, questo atto viene sostituito dal suono. La lallazione fa nascere il soggetto, ed è il primo gioco. Quando ascoltiamo una canzone che ci commuove, evoca l'immaginazione di un paradiso perso,appartenente al rapporto primitivo con la madre. L'arte è un mezzo per calmare l'angoscia che abita in ognuno di noi. È sempre una questione di vuoto e pieno, dove il vuoto ha una funzione strutturante. La voce della madre non è sufficiente, è importante anche la voce del padre, che dà un valore ritmico, consonantico. La vocale è il regno del materno e del materico, la consonante è il ritmo. Nel dialogo madre bambino (lallazione), non abbiamo consonanti ma solo vocali. L'introduzione delle consonanti, apprese dal padre,consente il passaggio da lingua privata a lingua pubblica.

Il tempo si intende con pulsazione, detto anche evento, quello appreso dalla funzione paterna è un elemento di coordinamento, strutturazione, poiché le consonanti sono lo scheletro di una lingua. È una pulsazione attiva non meccanica. L'incontro tra il materno e il paterno fa la musica, non ci deve essere una predominanza del materno. La voce è trasformazione, l'improvvisazione è fatta su una sequenza di accordi, si possono creare infinite melodie, ciò si ripropone anche nel tranfert dell'analista. In entrambi i casi non è scritto prima, quindi funziona. I piedi rappresentano il posto che ciascuno ha nel mondo. Nella musicoterapia eseguita con il pianoforte il terapeuta accompagna con accordi aperti, e fa da contenitore, rappresenta la parte paterna (accordi bassi), dà sostegno, il paziente improvvisa. È un discorso aperto, come nel transfert.

Alcuni esempi pratici da fare in gruppo:

1) Dialogo tra due persone che non si conoscono, che si raccontano qualcosa attraverso suoni e vocalizzi (senza utilizzare parole di senso compiuto)

2) Esperienza perturbante di centratura

Una persona si siede su una sedia, è colui/colei che riceve le nostre voci, noi improvvisiamo su 2 accordi, cantiamo il suo nome in maniera scomposta (ninna nanna sonora), il ricevente sta con gli occhi chiusi, per 2 minuti, fare esempio con DO e FA. Si può fare anche con le sole voci, ma è un' esperienza ancora più perturbante. Gli accordi variano di volta in volta.